Uomo che cammina
sulla neve
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GALLERIA
D'ARTE MODERNA CARLO RIZZARDA - FELTRE (BL)
19 DICEMBRE 2006 - 25 FEBBRAIO 2007
"Augusto
Murer - Disegni di Miniera".
Inaugurazione:
17 DICEMBRE 2006 - ore 16.00
AULA MAGNA dell'Università IULM
(Via
L.Luzzo, 13 - FELTRE (BL)
Interventi di:
Oscar De Bona (Assessore
ai Flussi Migratori della Regione Veneto)
Elio
Armano (Scultore)
Ingresso libero.
ORARIO:
Da martedì a venerdì: 10.30 - 12.30/ 15.00 - 18.00
Sabato e domenica: 9.30 - 12.30
/
15.00 - 18.00
Chiuso lunedì non festivi, 25,26 dicembre 2006 e 1 gennaio 2007
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Inaugurazione
Dott. Pachner e Elio Armano
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Inaugurazione
Franco Murer e Elio Armano
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Murer,
Armano, Casagrande,
Conte, Pachner e Brambilla
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PRESENTAZIONE
ALLA MOSTRA "AUGUSTO MURER - DISEGNI DI MINIERA" - 17 DICEMBRE
2006
Vorrei offrire
alcuni spunti incentrati sulla presenza di Augusto Murer nella Galleria
Rizzarda: sede, opera, affinità tematiche.
Quello di Augusto Murer nella Galleria Rizzarda è
un ritorno: una mostra dedicata al grande artista falcadino, intitolata
"Augusto Murer - Le porte della chiesa di Caxias do Sul"
si tenne nel 1993.
Studio per nudi, un carboncino su carta del 1983, fa parte delle collezioni
civiche. Venne donato dagli eredi nel 1994, in ricordo di Silvio Guarnieri,
nell'ambito dell'iniziativa ideata da Giovanni Rossi e volta a raccogliere
opere di artisti presentati dal prof. Guarnieri nella Bottega del quadro.
L'esposizione che inauguriamo oggi consta di 36 opere grafiche, ma in
Murer anche la grafica ha la potenza della scultura, e 9 scultoree. Deborda
dalla Sala Silvio Guarnieri al piano terra e, per il tramite dell'imponente
Uomo che cammina sulla neve, conduce in tre nuovi ambienti espositivi
ricavati, in parte, sfruttando l'abitazione del custode. Il cuore pulsante
della mostra è forse qui, dove sono raccolte le opere di maggior
impatto visivo ed emozionale con un climax emotivo che raggiunge l'acme
nelle tre tavole dedicate agli effetti della sciagura di Marcinelle.
Mi si consenta di aprire una parentesi per ringraziare - i ringraziamenti
non sono mai pleonastici - i coniugi Murer: Franco e Nadia per la mano,
non solo metaforica, data nell'allestimento, i colleghi delle manutenzioni,
Marika Rossi della Cooperativa Fenice che hanno supportato il personale
dell'ufficio Musei.
Le opere sono una scelta, un assaggio, ma sapido, di una produzione ben
più ampia dovuta alla decennale frequentazione delle miniere di
rame della Valle Imperina. La "discesa agli inferi", nel ventre
della terra, luogo di paure ancestrali e culturalmente pregnante, anche
nelle tradizioni locali (in ambito dolomitico si pensi alle leggende sul
monte Pore) è abituale tra il 1950 e il 1962, grazie all'intermediazione
dell'amico medico Gigi Lise, responsabile sanitario delle miniere. Con
intensità espressionistica è ritratta un'umanità
dolente e stremata dalle fatiche del lavoro, tesa al riscatto. Tiziana
Agostini ha scritto "La ricerca figurativa si intreccia con la
ricerca dell'umanità". Il lavoro è un tema centrale
nella produzione di Murer, artista impegnato. Ed è un lavoro strettamente
connesso alla terra d'origine, nella quale Murer sente di affondare le
proprie radici.
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Esposizione
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Sala
Guarnieri
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Sala
Superiore
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E allora
c'è da chiedersi nella collezione Rizzarda vi sono tracce di
"realismo sociale", passato poi all'interno del grande filone
del "realismo"? L'arte di impegno sociale ha il suo manifesto
negli Spaccapietre di Gustave Courbet del 1849 e in Italia tocca punte
elevate nelle tele di Teofilo Patini, nella scultura di Achille D'Orsi
Proximus tuus (1880) e soprattutto nel bronzo Le vittime del lavoro
di Vincenzo Vela del 1883, commemorativa dei caduti nel traforo del
San Gottardo. Da uno dei portantini mi pare anzi di poter individuare
lo spunto formale per il Minatore di Murer del 1955. Un'attenzione agli
umili, alle cosiddette classi subalterne si riscontra in alcuni autori
ed opere della Galleria. Diverso è il coefficiente di partecipazione
e il registro espressivo. In alcuni casi non andiamo più in là
del regionalismo folklorico come in Alessandro Pandolfi e le sue Contadine
abruzzesi, pur ineccepibili sotto il profilo etnografico o Bernardino
Palazzi e Contadini ad Articoli (1930). Pervade un'aria da Arcadia con
commistioni romantiche la Contadina con cesto d'uva di Ambrogio Antonio
Alciati. Non molto discosto il Contadino di Francesco Gioli. Sono semplici
comparse le contadine della tela di Guglielmo Ciardi in un contesto
in cui domina il paesaggio. Prevale il nitore grafico sulla tematiche
nell'acquaforte acquerellata Carpentieri di Carl Wilhelmson.
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Esposizione
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Esposizione
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Sala
Superiore
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Più
drammatiche e vibranti le corde toccate dai bronzi Muratorino di Riccardo
Fontana, la dolente Figura femminile di Aurelio Bossi, dallo Scugnizzo
di Enrico Panciera e soprattutto dallo Scaricatore di porto di Costantin
Meunier (1929) e dal Venditore di castagnaccio di Domenico Ghidoni. Il
belga ha spesso trattato tematiche sociali incentrate dagli operai delle
fabbriche e delle miniere, in alcuni casi scivolando nella retorica paternalistica.
Al bresciano Domenico Guidoni si deve invece una delle opere simbolo del
verismo sociale di fine secolo: il gesso Gli emigranti (1891), dal quale
nel 1921 furono tratte due fusioni (una conservata nella Società
Umanitaria di Milano e una di proprietà del Comune di Brescia).
Mi si consenta un altro accostamento che prende spunto dalla modalità
di genesi delle opere: il reportage, il disegno di getto sul taccuino
e sul foglio di fortuna, contraddistinto però da una notevole perizia
formale. Se Augusto Murer ha stilato bozzetti dei compagni della Resistenza
e qualche anno dopo ha immortalato i dannati delle miniere, Aldo Carpi,
autore di un autoritratto e di un ritratto di Carlo Rizzarda, ha ripreso
un'altro straziante capitolo: quello del lager nazista di Gusen, dove
l'artista era internato nel 1944. Due realtà: due inferni - una
sensibilità affine.
Dr. Tiziana Casagrande
Direzione Musei Civici di Feltre
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