14 - 28 Febbraio 2004 :

IRAS BALDESSARI
SALA POLIFUNZIONALE
ROVERETO - TN

CATALOGO MOSTRA
CATALOGO MOSTRA

La forma e il colore Augusto Murer e Franco Murer.

Di sapore classico, pagano, è la scultura di Augusto Murer, la cui grecità si scioglie in un canto Perfetto nelle sue forme di sapore antico, ellenistico. Paiono stupendi reperti archeologici, scoperti nel corso di uno scavo, mentre le pitture di Franco Murer sono dinamiche, moderne nel senso di "attuali", calate cioè nel tempo, nel suo divenire, non sono staccate cioè dalla storia, in una divina atarassia, ma sono coinvolgenti, umanamente e storicamente. Si suole dire "vox populi vox dei" e da tutti Augusto Murer e Franco Murer sono nell'Olimpo degli artisti e quindi , come ci conforta il detto di Ivy Compton - Burnett, ne: "un dio e suoi doni", "Non è detto che la maggioranza abbia sempre torto", e quindi andrebbe contro ciò che dice Renè Guenon, ne "la crisi del mondo moderno", che "il parere della maggioranza non può che essere l'impressione dell'incompetenza"

INAUGURAZIONE RAGAZZO FAUNO
INAUGURAZIONE
critico Renzo Francescotti
SALA ESPOSITIVA FAUNO

Le opere dei due differenti artisti, per cultura e temperamento, non sono di facile lettura, ne possono essere capiti subito dalle masse, ma contemporaneamente, essi rifuggono volutamente da ogni "Trobar Clous", da ogni ermetismo di facile maniera.
Augusto Murer ha un lirismo più contenuto, più fortemente espressivo, egli suggerisce più che dire, non urla, ma parla dei suoi sentimenti, ci convince, ci trattiene con lui in un sogno che si fa realtà. Egli gioca con i volumi, con gli spazi secondo armonie classiche.

particolare
SALA ESPOSITIVA SALA ESPOSITIVA SALA ESPOSITIVA

Franco Murer è maestro nel disegnare, nel descrivere di getto passioni e nel rapportare nel nostro tempo, immagini e miti di altri luoghi, di altri eventi. Vi è una sensualità accentuata, spesso, nel segno che ispirandosi a volte a miti letterari (Faust) od oppure a miti biblici (Cantico dei cantici), ci porta a registrare uno scoppio improvviso della fantasia dell'artista, giungendo a momenti intensi e drammatici, giocati sulla contemporaneità degli avvenimenti, quasi in una narrazione possente ed evocativa. Riesce bene anche nel disegnare o meglio ad accennare volti di ragazze, o nel raccontare l'evento tragico della crocifissione, oppure con delicata trasparenza osservare, le mele e gli acini dell'uva, le pere, un bicchiere, un coltello, dipinte, meglio "raccontate" con forza Balzacchiana. Augusto Murer ci canta la bellezza adolescente di Tadzio nei fauni, la grazia forte e magnanima dei torsi di donna, la forza e l'eleganza dei muscoli, del toro, del Minotauro, delle figure maschili del ragazzo che beve, con la rondine ferita. Sia in bronzo, che in legno, Augusto Murer ci lascia un segno, una grazia che difficilmente si può dimenticare. Egli ci dona attimi irripetibili di commozione, di tensione, di riflessione, anche se lo scultore è scomparso da tempo.

sala espositiva MURER E WOLF inaugurazione
SALA ESPOSITIVA Franco Murer e Remo Wolf Franco Murer con il critico d'arte
Renzo Francescotti


Miracolo dell'arte! Valicare anche il senso della morte, riproponendo la vita. Entrambi gli artisti, uniti da un unico filo genico, hanno una loro vita autonoma, ben differenziata, diversa sommamente, e per questo noi li ammiriamo entrambi in questa mostra, perché non si elidono i loro discorsi, le loro strade sono molto diverse, come le loro vite, con i loro perché e le loro profonde inquietudini, il loro differente erotismo, il gioco delle loro passioni così mirabilmente rappresentate da assomigliare ad un concerto, che mano a mano che ci avviciniamo, sentiamo, distinguiamo le singole note in un crescendo Rossiniano.

Venezia, 1998
Mario Stefani


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