La
forma e il colore Augusto Murer e Franco Murer.
Di sapore classico, pagano, è la scultura di Augusto Murer,
la cui grecità si scioglie in un canto Perfetto nelle
sue forme di sapore antico, ellenistico. Paiono stupendi
reperti archeologici, scoperti nel corso di uno scavo,
mentre le pitture di Franco Murer sono dinamiche, moderne
nel senso di "attuali", calate cioè nel tempo, nel suo
divenire, non sono staccate cioè dalla storia, in una
divina atarassia, ma sono coinvolgenti, umanamente e storicamente.
Si suole dire "vox populi vox dei" e da tutti Augusto
Murer e Franco Murer sono nell'Olimpo degli artisti e
quindi , come ci conforta il detto di Ivy Compton - Burnett,
ne: "un dio e suoi doni", "Non è detto che la maggioranza
abbia sempre torto", e quindi andrebbe contro ciò che
dice Renè Guenon, ne "la crisi del mondo moderno", che
"il parere della maggioranza non può che essere l'impressione
dell'incompetenza"
INAUGURAZIONE
critico Renzo Francescotti |
SALA
ESPOSITIVA |
FAUNO |
Le opere dei due differenti artisti, per cultura e temperamento,
non sono di facile lettura, ne possono essere capiti subito
dalle masse, ma contemporaneamente, essi rifuggono volutamente
da ogni "Trobar Clous", da ogni ermetismo di facile maniera.
Augusto Murer ha un lirismo più contenuto, più
fortemente espressivo, egli suggerisce più che dire, non
urla, ma parla dei suoi sentimenti, ci convince, ci trattiene
con lui in un sogno che si fa realtà. Egli gioca con i
volumi, con gli spazi secondo armonie classiche.
SALA
ESPOSITIVA |
SALA
ESPOSITIVA |
SALA
ESPOSITIVA |
Franco Murer è maestro nel disegnare, nel descrivere
di getto passioni e nel rapportare nel nostro tempo, immagini
e miti di altri luoghi, di altri eventi. Vi è una sensualità
accentuata, spesso, nel segno che ispirandosi a volte
a miti letterari (Faust) od oppure a miti biblici (Cantico
dei cantici), ci porta a registrare uno scoppio improvviso
della fantasia dell'artista, giungendo a momenti intensi
e drammatici, giocati sulla contemporaneità degli avvenimenti,
quasi in una narrazione possente ed evocativa. Riesce
bene anche nel disegnare o meglio ad accennare volti di
ragazze, o nel raccontare l'evento tragico della crocifissione,
oppure con delicata trasparenza osservare, le mele e gli
acini dell'uva, le pere, un bicchiere, un coltello, dipinte,
meglio "raccontate" con forza Balzacchiana. Augusto Murer
ci canta la bellezza adolescente di Tadzio nei fauni,
la grazia forte e magnanima dei torsi di donna, la forza
e l'eleganza dei muscoli, del toro, del Minotauro, delle
figure maschili del ragazzo che beve, con la rondine ferita.
Sia in bronzo, che in legno, Augusto Murer ci lascia un
segno, una grazia che difficilmente si può dimenticare.
Egli ci dona attimi irripetibili di commozione, di tensione,
di riflessione, anche se lo scultore è scomparso da tempo.
SALA
ESPOSITIVA |
Franco
Murer e Remo Wolf |
Franco
Murer con il critico d'arte
Renzo Francescotti |
Miracolo dell'arte! Valicare anche il senso della morte,
riproponendo la vita. Entrambi gli artisti, uniti da un
unico filo genico, hanno una loro vita autonoma, ben differenziata,
diversa sommamente, e per questo noi li ammiriamo entrambi
in questa mostra, perché non si elidono i loro discorsi,
le loro strade sono molto diverse, come le loro vite,
con i loro perché e le loro profonde inquietudini, il
loro differente erotismo, il gioco delle loro passioni
così mirabilmente rappresentate da assomigliare ad un
concerto, che mano a mano che ci avviciniamo, sentiamo,
distinguiamo le singole note in un crescendo Rossiniano.
Venezia, 1998
Mario Stefani