Nasce
nel 1922 a Falcade (BL) crocevia delle strade che scendono dal San
Pellegrino, dalla Marmolada e dalle Pale di San Martino, frequenta la
scuola d'Arte di Ortisei sotto la direzione del Maestro Li Rosi.
Ma la vera germinazione di quella che sarà la sua poetica
Murer la coglie dalla frequentazione di Arturo Martini; fu
un rapporto breve, racchiuso nel volgere dell'autunno 1943,
fino a quando il maestro e l'allievo dovettero abbandonare Venezia per
seguire strade indicate da opposte ideologie. Ma per Murer quella parentesi
fu fondamentale per lo sviluppo del proprio linguaggio e per l'affinamento
di una visione estetica fino ad allora basata su un atteggiamento spontaneo.
Più tardi dirà che Martini gli tolse le "cateratte
dagli occhi" e gli fece capire la differenza fra il bello ed il
brutto (Franco Basile).
La
fine della guerra segna un momento di rinascita e di fermento per tutta
l'arte italiana e Murer vi partecipa con l'entusiasmo e la vitalità
che sempre lo hanno contraddistinto.
Inizia la sua attività di scultore nel 1945.
Sono anni difficili per tutti ma particolarmente per Murer; le restritezze
economiche lo sollecitano a far sculture con materia più ovvia
per quei luoghi e per quei tempi: "il legno dei boschi non costava
molto", dirà più tardi.
Restano di quel primo periodo numerose testimonianze, soprattutto in
terra Veneta si ricordano:
- Il portale e la Via Crucis della chiesa di Falcade
(1946);
- La Pietà del monumento-ossario di Belluno (1949);
- La Preghiera dei montanari, commissionato dall'Ente del Turismo
di Belluno e
donato al Pontefice (1952);
E numerose altre opere, sempre in legno appartenti al Museo di Storia
ed Arte di Trieste, alla Collezione del Premio Suzzara ed al
Museo Nazionale di Bucarest.
Ma
è soltanto nel 1953 che Murer, trentunenne, affronta alla
Galleria Cairola di Milano (sede degli artisti di Corrente) il primo
vero ed impegnativo impatto con un pubblico di alto livello "Nazionale",
sostenuto da Orio Vergani, che firma la presentazione in catalogo,
e da Renato Birolli, che vi aggiunge una propria testimonianza
critica.
La mostra milanese e le costanti presenze al Premio Suzzara permettono
a Murer di entrare nel cosiddetto "giro nazionale" e di inviare
alcune sue opere a rassegne internazionali.
Il consolidamento economico del Paese e la diffusione della cultura
e dell'informazione, sul finire degli anni Cinquanta, costituiscono
la base per il successivo sviluppo della conoscenza artistica e dell'interesse,
da parte del potere pubblico e dei privati, per le manifestazioni d'arte
e per un collezionismo diffuso. E uno scultore come Murer, che "ha
costruito il suo racconto con gli elementi di una vita vissuta in profondità"
e il cui "viaggio dalla surrealtà dei sogni alla realtà
delle opere" s'è compiuto "sempre per la via sicura
dell'esperienza sofferta" (Marchiori), non poteva non essere immediatamente
riconosciuto come artista popolare e divenire uno degli scultori più
amati.
In quarant'anni di lavoro creativo ed in trent'anni di presenza costante
nel mondo artistico e culturale italiano ed internazionale gli appuntamenti
e i successi non si contano; anche perchè Murer ha sempre privilegiato
la dimensione pubblica del lavoro artistico. Ne fanno fede i numerosi
monumenti che appuntano la sua attività, segnandone altrettante
tappe fondamentali.
A
partire dal 1964, quando Murer realizzò il celebre Monumento
alla Partigiana per Venezia, e fino ai più recenti monumenti
di Mestre, Mirandola e Concordia (1985), il suo impegno
civile si è tradotto in numerose opere pubbliche che in parte
importante, hanno contribuito a qualificare la sua creatività,
da sempre tesa ad interpretare e comunicare temi e forme che hanno stretta
attinenza contenutistica col sociale. Come dire di una pratica figurale
dell'arte che ambisce a raggiungere fasce di pubblico non strettamente
riconoscibili nei consueti "adetti ai lavori".
Si ricordano le opere
pubbliche più importanti di questo periodo:
- Nel
1965 in piazza a Belluno, 4 pannelli bronzei per il Ventennale
della Resistenza e della Liberazione;
- Nel 1968 a Vittorio Veneto il Monumento alla Vittoria, inaugurato
dall'allora Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat;
- Nel
1970 sulla
Piana Del Cansiglio
il Monumento ai Caduti, inaugurato da Sandro Pertini,
allora Presidente alla Camera dei Deputati;
- Nel 1973 la scultura in bronzo Il Pastore per l'Ospedale
di Lamon;
- Nel 1974 la stele Monumento al Partigiano sul Monte Grappa
e il Monumento alla Resistenza nella Valle del Biois;
- Sempre nel 1974
le porte in bronzo per la cattedrale S.Pellegrino di Caxias do
Sul in Brasile, una delle sue opere più importanti,
nei bassorilievi è rappresentato il tema dell'emigrazione veneta
in Brasile.
Se soltanto nel 1972-73,
con le grandi antologiche di Falcade e di Milano (Rotonda della
Besana), l'opera di Murer assurge ai livelli più elevati della
conoscenza e dell'attenzione critica, l'apparato bibliografico ben dimostra
come il successo di allora, e quello sempre crescente di oggi, sia stato
permanentemente suffragato da un impegno creativo e di ricerca continua.
Sono di questi anni infatti altre grandi
opere:
- Nel 1975 al Centro Internazionale di Cultura di Asiago,
con Mario Rigoni Stern e Carlo Salinari, presenta Dieci
acqueforti per "il Sergente nella Neve",
che vengono raccolte nella cartella "Ghe rivarem a baita?";
- Nel 1977 incontra il poeta spagnolo Rafael Alberti
che gli dedica una poesia "Augusto Murer scultore 1977"
(Clicare sull'immagine a fianco per leggere la poesia completa) |
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Gli
anni Ottanta segnano per Murer la definitiva consacrazione (anche se
per un artista, come diceva spesso, il "definitivo" successo
finale, il completamento dell'opera, l'acme della creatività,
sono parole vuote, sono termini inesistenti, "perchè ogni
giorno devi superare esami e, in primo luogo, con te stesso").
Le grandi mostre antologiche:
-
di Ferrara (Palazzo dei Diamanti 1980-81);
- di Leningrado (Museo
dell'Ermitage 1982);
- di Reggio Emilia (Isolato di San Rocco 1983);
- di Orvieto (Chiostro di San Giovanni 1984);
- di Viareggio (55^ Premio Viareggio 1984);
- di Milano (Palazzo del Senato 1984);
Così come le significative presenze alla mostra del
Bimillenario Virgiliano di Mantova (1981), e alla XLI Biennale d'Arte
di Venezia "Sculture all'aperto di Augusto Murer 1984 (da ricordare
davanti ai giardini "LA PARTIGIANA" di Venezia con basamento
realizzato da Scarpa), connotano un percorso importante e la critica
è andata via via spostando il suo punto di osservazione dal "gradimento"
a tentativi di conoscenza più approfonditi, compiendo analisi
sulla capacità creativa di Murer che va ben oltre gli "ismi"
abusati (realismo e naturalismo) degli anni Cinquanta e Sessanta.
Le
più recenti letture dell'opera mureriana, svolte da Dario
Micacchi, Enrico Crispolti, Carlo Bo, Franco Farina e Alberto Bevilacqua,
conferiscono una chiave interpretativa meno "datata" anche
ai noti saggi critici di Andrea Zanzotto, Giuseppe Mazzarici, Raffaele
De Grada e Franco Solmi.
Più giustamente la critica recente è indirizzata a
scoprire matrici di autonomia che, di analogia o di richiamo al passato,
hanno soltanto il retaggio di una straordinaria avventura dell'uomo:
quello della storia dell'arte.
In
quarant'anni di lavoro creativo e di ricerca continua, i riconoscimenti,
per le mostre, le partecipazioni e rassegne d'arte di alto livello sono
numerosissimi, in Italia e all' estero.
Moltissime le opere laiche e religiose conservate in musei di tutta
Europa, in collezioni e luoghi pubblici.
Significativi i monumenti di Murer nel Veneto, in Emilia,
in Campania e in Abruzzo.
- Nel
1984 s'inaugura una sua mostra al Palazzo di via Senato a
Milano;
- Nel 1985 allestisce
la grande mostra a Castel Sant'Angelo a Roma presentata da Dario
Micacchi;
Nei primi mesi dello stesso anno, nonostante la sua salute ormai
lo stia abbandonando, ha ancora la forza di partecipare all'inaugurazione
"Dell'Albero della Vita", monumento realizzato per
la cittadina di Cadoneghe (Padova) e tre giorni dopo lo scoprimento
del Monumento alla Resistenza in Piazza Barche a Mestre.
Muore a Padova l'11 giugno 1985.
Murer
aveva voluto che il suo Studio costruito in mezzo ai boschi delle montagne
Agordine, diventasse un Museo, centro di arte e di cultura che conserva
i suoi bassorilievi, le sue opere scolpite nel legno e quelle fuse in
bronzo.
Realizzato
nel 1972 dall'Architetto Giuseppe Davanzo di Treviso, presenta
una struttura verticale in cemento, che sfida la verticalità degli alberi
circostanti.
E' stato pensato come "un ritorno alla montagna", "un
immergersi nella natura".
E' qui che lo scultore ha disposto all'aperto, assieme ai tronchi
in attesa, le sue sculture più grandi; all'interno i legni, i bronzetti
e in genere le opere in lavorazione.
Il
grande studio però non era solo luogo di lavoro ma un modo per portare
la cultura a Falcade. Qui infatti, fin dagli anni '70 sono "passati"
CON MOSTRE, dibattiti, visite all'amico
scultore:
Guttuso, Gazzelloni, Pertini, Matteotti, Mazzariol, Treccani, Zancanaro,
Rafael Alberti, Zanzotto, Amendola, Carlo Levi, Neri Pozza e tanti
altri.
Un
anno dopo la morte,
il 26 luglio 1986, l'atelier
viene riaperto ed inaugurato
con il discorso ufficiale pronunciato dal prof. Giuseppe Mazzariol
ed il recital dal flautista Severino Gazzelloni.
Il mese di Agosto vede il susseguirsi di incontri culturali ai quali
partecipano:
Fernando Baldini, Andrea Zanzotto, Marina Dolfin, I Belumat, Alberto
D'Amico, Edmonda Aldini, Roberto negri, Ignazio Buttita, Giovanni Giudici
e Silvio Guarnieri.
Da
allora e'
visibitabile, nei mesi estivi, tutti i giorni e d'inverno su appuntamento.
Periodicamente vengono organizzate mostre in omaggio al maestro
(si ricorda lo scorso anno la mostra con opere di Antonio Canova
intitolata "I Ritratti ideali" di Antonio Canova incontrano
"Il Mondo" di Augusto Murer") inoltre sono esposte
nell'ampio giardino all' aperto e nella stuttura interna alcune tra
le più importanti opere in legno, bronzo, marmo, gessi e disegni.
Si ricorda che oltre alla Mostra allestita al Museo Murer di Falcade
"Grande Ritorno alla terra, alla madre, al principio della vita"
per l'estate 2002 anche Fiera di Primiero ha voluto ricordare
Murer con una Mostra presso il "Palazzo delle Miniere"
(7 Luglio- 15 Settembre) dal titolo " AUGUSTO MURER - la
sua arte dal 1941 al 1985 con opere per "Il Sergente nella neve"
di Mario Rigoni Stern, il quale lo scorso 06 Luglio, ricordando
il loro rapporto di amicizia e di lavoro, ha aperto ufficialmente la
mostra.
MARIO
RIGONI STERN a Fiera di Primiero 6 Luglio 2002